Guide turistiche e Decreto Bersani

giugno 2007

 

Il decreto Bersani recentemente approvato dal Parlamento italiano, tra le tante norme, ne contiene anche alcune riguardanti le guide turistiche. Pur non liberalizzando del tutto la professione, viene comunque ammorbidita la restrizione che richiedeva a chi volesse esercitare la professione di guida di ottenere il patentino di autorizzazione da parte della propria regione o provincia attraverso un esame, spesso di non facile superamento. Da un lato il decreto cerca di porre rimedio ad alcune situazioni paradossali e inaccettabili che la precedente legislazione aveva causato, prima tra tutte la cosiddetta pratica della "guida muta", guide turistiche regolarmente autorizzate che, per legittimare la spiegazione dell'accompagnatore di un gruppo di turisti stranieri di cui le guide italiane non parlano la lingua, si limitano ad accompagnare i turisti senza di fatto dire una parola.
D'altro canto il testo del decreto Bersani, nella sua vaghezza e genericità, lascia spazio a interpretazioni che si spera verranno chiarificate dalle successive leggi regionali. Di fatto, vi sarà un'apertura alla professione di guida turistica per i laureati in archeologia, storia dell'arte o possessori di non (ancora?) meglio specificati titoli equipollenti.
In tutto ciò non viene tuttavia posto il giusto accento sul fattore territoriale. Per quanto possa essere indubbia la preparazione di una guida turistica laureata in storia dell'arte, cosa saprà essa della complessità degli aspetti storici, architettonici, per non parlare delle tradizioni, dell'enogastronomia, delle curiosità, tutti aspetti non meno importanti di quelli artistici, delle varie città italiane? Senza contare poi gli aspetti linguistici, nei quali gli italiani non sono certo tra i più ferrati, e che vengono lasciati dall'ormai famigerato decreto in ancor più vaga vaghezza.
Le conseguenze di questa liberalizzazione rischiano quindi di peggiorare proprio il servizio al consumatore che la legge voleva negli intenti migliorare. I turisti rischiano di trovarsi di fronte guide impreparate, improvvisate, che recitano nozionette imparaticce e imprecise, non sono in grado di rispondere alle domande dei propri clienti o peggio lo fanno inventando. Tutti aspetti a cui la precedente legislazione, pur coi suoi limiti, aveva cercato di porre rimedio. Si tornerà probabilmente all'immagine della guida turistica ottocentesca, che adesca i clienti in giro per la città, li tira per la giacchetta e racconta loro quattro storielle per raccimolare qualche spicciolo.
Forse col tempo il mercato sarà in grado di regolamentarsi da solo, ma nel frattempo quanti turisti, magari stranieri, dovranno fare i conti con le cocenti delusioni che una guida turistica improvvisata avrà causato loro. E quale danno per le città italiane che meritano di essere conosciute e apprezzate adeguatamente.
Per coloro che ancora vogliono conoscere una città, che hanno interesse ad approfondire gli aspetti storici e culturali che hanno dato vita alle incredibili bellezze per cui l'Italia è famosa e unica nel mondo, che vogliono conoscere la cultura, le tradizioni, le curiosità dei luoghi che visitano, il consiglio è quello di rivolgersi a guide turistiche delle quali sia accertata e certificata la preparazione, e la conoscenza del territorio. Una guida locale, che magari abbia superato il vecchio esame, forse al tempo eccessivamente difficile, ma che garantiva con certezza, l'assoluta preparazione della guida turistica.

 

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