Gli Ottoni

ottone

Ottone I sconfigge Berengario diventando così re d'Italia. Disegno tratto dalle cronache di Otto von Freising, Schäftlarn, prima del 1177.

 

Alla morte di Berengario, nuovo re d'Italia venne incoronato, con l'appoggio del pontefice, Rodolfo II cui successe Ugo di Provenza e il figlio Lotario. Ai re franchi tuttavia stava per opporsi nelle pretese al trono d'Italia, una nuova dinastia di re e imperatori in forte ascesa, quella dei re germanici di origine sassone.
Nella continua instabilità che caratterizzò un nuovo tormentato momento storico della penisola italiana anche in questo caso i vari conti del regno d'Italia a nord, si opposero al nuovo re che consideravano coinvolti nell'assassinio di Berengario I sostenendo la candidatura al titolo il nipote del re, Berengario II Marchese d'Ivrea. Ugo di Provenza tuttavia riuscì ad avere la meglio e Berengario fu costretto alla fuga in Germania presso il re Ottone nel 941.
Nel 945, alla morte di Ugo di Provenza la corona d'Italia passò al figlio Lotario che di lì a poco venne però avvelenato da Berengario che ne frattempo era tornato dalla Germania. Nel 950 Berengario d'Ivrea, assieme al figlio Adalberto si fece incoronare Re d'Italia.

Adelaide di Borgogna

Berengario cercò quindi di legittimare la sua ascesa al trono facendo sposare la vedova di Lotario, la bellissima Adelaide di Borgogna al figlio Adalberto. Adelaide tuttavia rifiutò le nozze e per questo venne rinchiusa in una fortezza presso il lago di Garda. Ancora si discute riguardo il luogo effettivo dove Adelaide fu rinchiusa, Torri, Malcesine, Peschiera, tutti comunque sulla sponda veronese. Secondo i più tuttavia potrebbe trattarsi della Rocca del Garda dove in passato sorgeva un'importante baluardo di origine longobarda, probabilmente proprio quello che fece cambiare il nome al lago, dal latino Benacus al germanico Warda, guardia, sentinella, in seguito italianizzato in Garda. Ancora oggi, sulla Rocca di Garda si trova la cosiddetta grotta di Adelaide e un incavo sulla roccia chiamato la carega di Adelaide, seduta sulla quale la regina forse guardò, malinconica ma determinata, lo splendido panorama che si domina dall'altura sul blu del lago.
Secondo la leggenda, grazie all'aiuto di un pescatore e un frate Adelaide riusci a fuggire dalla prigionia, riparando a Canossa da dove lanciò un appello ad Ottone a scendere in Italia per liberare la penisola da Berengario e Adalberto che vi spadroneggiavano. Ottone fu incuriosito dalla bellezza e dal fascino di Adelaide di cui si favoleggiava e tentato dall'unificazione delle corone di Germania e d'Italia. Sul finire del 951 Ottone varcò le Alpi, si recò prima a Canossa dove liberò Adelaide per poi sposarla a Pavia. L'anno successivo Ottone si recò a Roma dove venne incoronato Imperatore da papa Giovanni XII. Da questo momento il Sacro Romano Impero della Nazione Germanica unirà in una corona imperiale le due corone reali, quella d'Italia e quella di Germania.

 

Il ruolo di Verona

 

Con l'unione delle due corone d'Italia e di Germania nella persona dei re tedeschi e con l'aumento dei rapporti tra i due paesi, l'impotanza di Verona pure aumentò. Allo sbocco della Val d'Adige, Verona diventava infatti la porta dell'Imperatore nel regno d'Italia, con una notevole importanza strategica come cerniera tra le due aree. I vescovi veronesi incominciarono ad essere quasi sempre di origine germanica e la riviera del Garda divenne un'area amministrata fino all'Adige e a Zevio direttamente da ufficiali tedeschi che avevano nella Rocca la loro residenza.
Nei continui andirivieni di Ottone e dei suoi successori nei tentativi di mettere ordine nelle continue lotte, rivolte, tradimenti che avevano spesso origine nel papato e nel tentativo di controllarlo, Verona fu spesso tappa nelle soste dell'Imperatore. Il Palazzo di Teodorico era ormai in rovina e gli Ottoni con la loro corte ed esercito inaugurarono l'usanza di sostare, quando di passaggio a Verona, presso l'abbazia di San Zeno. In cambio l'abbazia riceveva donazione di terreni, ricchi conventi e monasteri sparsi un po' in tutta la regione e che andarono a costituire il ricco patrimonio grazie al quale la chiesa venne resa sempre più grande e magnifica. Le influenze germaniche nella chiesa si riscontrano facilmente nello stile di alcune formelle del famoso portale bronzeo che risalgono probabilmente a questo periodo.
Verona divenne luogo ideale, a metà strada tra i due regni, per indire diete cui potessero partecipare Signori di Germania e d'Italia.
Nel 983 Ottone II, nel tentativo di realizzare una più intima unione dei due regni sotto il figlio Ottone III, raccolse una grande dieta proprio a Verona cui parteciparono quasi tutti i principi e i vescovi di Sassonia, Franconia, Svevia, Lorena, nonché vescovi, marchesi e conti del regno italico e del territorio romano.
I sogni di Ottone II svanirono con la sua morte. Del soggiorno del sovrano a Verona rimangono i diplomi con cui Ottone concesse diritti di pesca ad alcuni villaggi del lago di Garda tra cui Lazise.
Con Ottone III invece vi fu l'elezione di un veronese al soglio pontificio. Gregorio V, il cui nome era Bruno, figlio di Otto duca di Carinzia e marchese di Verona, divenne papa nel 996 a soli 23 anni, incoronando proprio Ottone III Imperatore nel 21 maggio dello stesso anno. Ottone III continuò nel perseguimento dell'unione tra popoli latini e germanici tentando la restaurazione del vecchio Impero Romano ma la morte a soli 22 anni, forse per febbri malariche, pose fine ai suoi tentativi.

 

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