Biblioteca Capitolare

Castelvecchio

Museo di Castelvecchio

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Archeologico

Mosaico gladiatori

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Lapidario

Bassorilievo romano

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Affreschi

Affresco manierista

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Arte Moderna

Dipinto di Hayez

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Palazzo Maffei

Pala medievale e squarcio di Burri

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Scavi Scaligeri

Scavi archeologici

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Storia Naturale

Fossile di pesce

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Miniscalchi Erizzo

Interno del palazzo Miniscalchi

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Biblioteca Capitolare

Antico Manoscritto

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Opera

Poster di Maria Callas

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Africano

Maschere africane

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La Capitolare di Verona è la biblioteca più antica al mondo tra quelle ancora esistenti, uno scrigno di tesori di cultura e sapere tramandati per più di quindici secoli. Si possono effettuare visite guidate alla Biblioteca Capitolare che, assieme al complesso del Duomo, consente di conoscere e rivivere alcuni dei momenti più importanti della storia di Verona e d'Italia.

antico manoscritto della Biblioteca Capitolare di Verona

La visita guidata alla biblioteca Capitolare di Verona è un'esperienza unica ed emozionante. Ti troverai immerso nella Storia con un legame tangibile con le epoche più remote dell'identità e della cultura occidentale. La visita è per tutti: appassionati, curiosi ed è particolarmente indicata per una gita d'istruzione a Verona per le scuole di ogni ordine e grado.

La visita alla Capitolare è normalmente inserita nel contesto della Cattedrale di Verona, con i resti delle chiese paleocristiane di Sant'Elena e il chiostro dei Canonici, luoghi di grande suggestione e misticismo.

Info e Visite Guidate

Per informazioni e visite guidate alla biblioteca Capitolare di Verona:

+39 333 2199 645 info@veronissima.com P.I. 03616420232 C.F. CPPMHL74L13L781C

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Il codice di Ursicino e la nascita della Biblioteca Capitolare

La biblioteca Capitolare di Verona è ufficialmente la biblioteca più antica del mondo. Ursicino, amanuense della chiesa veronese, firma il codice che ha appena finito di scrivere a mano apponendo la data: 1° agosto 517 d.C.. È il più antico documento datato dell'occidente medievale, e attesta inconfutabilmente che all'inizio del VI secolo, pochi decenni dopo la fine dell'impero romano, a Verona già esisteva uno scriptorium attivo con annessa biblioteca, la più antica al mondo tra quelle ancora esistenti.
Non vi sono documenti che provino una datazione più antica, ma è più che lecito pensare che un luogo dedicato alla produzione e conservazione di libri fosse già attivo addirittura dai primi decenni del IV secolo.

Le Origini della Chiesa Veronese

Dopo l'editto di Costantino del 313 d.C. i cristiani poterono professare liberamente la loro fede dopo gli anni delle persecuzioni, e iniziarono a costruire i primi luoghi di culto pubblici. Le prime chiese paleocristiane di Verona sorsero a ridosso dell'antico edificio termale e i loro resti, con magnifici mosaici, sono tutt'ora visibili sotto la chiesa di Sant'Elena e il chiostro del museo Canonicale. Dove vi erano luoghi di culto e sacerdoti vi era la necessità di testi sacri.

Il Capitolo dei Canonici

La biblioteca venne affidata al Capitolo dei Canonici, una congregazione di dodici ecclesiastici che, affiancati al vescovo e non di rado con lui in conflitto, avevano il compito di formare i nuovi sacerdoti attraverso lo studio di libri liturgici, testi di patristica, biblici e anche di cultura classica. La chiesa di Sant'Elena, a ridosso della cattedrale, divenne la chiesa del Capitolo, istituzione tuttora esistente e proprietaria della biblioteca. Progressivamente l'attività dello scriptorium andò intensificandosi, così come la conservazione e il prestito di testi che venivano scambiati con chiese e monasteri di tutta Europa. È sorprendente constatare quanto i preziosi libri viaggiassero in lungo e in largo in un epoca in cui i collegamenti erano difficili e pericolosi. Le varie tappe venivano annotate sulle pagine da chi li riceveva e li teneva per un certo periodo. Nelle biblioteche annesse ai luoghi di culto si preservò una parte del sapere e della letteratura dell'antichità in epoche di terribili sconvolgimenti.

Il Patrimonio della Capitolare

La biblioteca Capitolare ha conservato i suoi tesori, cioè manoscritti e documenti, nel corso delle invasioni barbariche, e nel susseguirsi di invasori e nuovi dominatori: Teodorico coi Goti, Alboino e i Longobardi, Carlo Magno. Sebbene le guerre, le razzie, le inondazioni dell'Adige che le scorre a ridosso, le bombe, il tempo e gli agenti atmosferici abbiano danneggiato, a volte irrimediabilmente, molto del suo patrimonio, essa conserva ancora al suo interno 1200 manoscritti, 245 incunaboli (i primi libri a stampa del '400), 2500 cinquecentine (libri stampati nel '500), 2800 seicentine (libri realizzati nel '600) per un totale di 70.000 volumi più un consistente archivio documentale. Alcuni di questi testi sono testimonianze straordinarie e sbalorditive per la loro importanza e bellezza, volumi in pergamena scritti in calligrafia elegante e raffinata, che cambia al cambiare delle epoche, abbelliti da preziose miniature, veri e propri capolavori di pittura condensati in pochi centimetri quadrati.

L'Indovinello Veronese

Tra tutti i testi conservati, forse quello più celebre, è il famoso indovinello veronese, il primo testo conosciuto di volgare scritto in un'epoca in cui la scrittura era riservata al solo latino, ancora lingua ufficiale. Si tratta di una riga e mezza di scrittura corsiva indecrifrabile se non agli studiosi, scritta da un anonimo amanuense a margine di un orazionale mozarabico, una raccolta di orazioni proveniente dalla Spagna sotto la dominazione araba dell'VIII secolo. Studiando le varie annotazioni apposte nel corso dei suoi spostamenti è stato possibile ripercorrere l'avventuroso tragitto che l'ha portato prima a Cagliari, poi a Pavia (nel 732), infine a Verona. Qui, uno scrivano, forse per provare un penna d'oca, forse per non scordarsi il divertente enigma che un collega gli aveva sottoposto in una pausa del duro lavoro di ricopiatura, vi appose:

Se pareba boves, alba pratàlia aràba et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba

Ossia:

teneva davanti a sé i buoi, arava prati bianchi, e un bianco aratro teneva e un nero seme seminava

Le Istituzioni di Gaio

Un altro ritrovamento eccezionale è stato quello delle Istituzioni di Gaio, opera fondamentale del diritto romano rinvenuto in un testo palinsesto agli inizi dell'ottocento. I palinsesti sono pergamene che, quando scarseggiava la pelle di vitello o di agnello, materia prima per la produzione dei fogli dei codici manoscritti, venivano riutilizzate raschiando via la scrittura precedente. I segni delle lettere del vecchio testo tuttavia non scomparivano del tutto e, in particolari condizioni e con l'uso di certi reagenti, potevano essere lette nuovamente. È un palinsesto anche uno dei codici più antichi della Capitolare, con frammenti di Virgilio, Tito Livio e un trattato di un ignoto filosofo greco.

Dante e Petrarca

Altri testi di straordinario valore storico sono le lettere di Cicerone, scoperte all'interno della Capitolare da un ricercatore d'eccezione, Francesco Petrarca, che vi trascorse parecchio tempo durante il suoi soggiorni veronesi. Non vi sono invece prove certe che Dante Alighieri, per sette anni a Verona durante l'esilio da Firenze, abbia frequentato la biblioteca. Tuttavia, se si considera la mole di informazione e sapere contenuta nella Divina Commedia, che in parte fu scritta a Verona, si può facilmente ipotizzare che Dante abbia cercato, anche tra i libri della Capitolare, fonti per la sua opera. Oggi, con la facilità di accesso a tutto lo scibile umano attraverso Internet, si dimentica di quando, fino a non pochi decenni fa, il solo accesso al sapere erano le biblioteche.

Per saperne di più

statua di Dante
Dante a Verona

Dante a Verona e Verona nella Divina Commedia.

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Peste, Inondazioni e Guerre

Nel corso dei secoli le inondazioni dell'Adige, nei pressi del quale si trova la Capitolare, altre calamità naturali, e guerre e saccheggi danneggiarono molti dei manoscritti. Alcuni andarono perduti.

Nel 1630, durante la grande peste, il bibliotecario, per salvare i più preziosi manoscritti dai saccheggi degli sciacalli, li nascose poco prima di morire lui stesso di peste, portando con sè il segreto del luogo dove si trovavano. I manoscritti furono rocambolescamente ritrovati un secolo più tardi da Scipione Maffei, il grande umanista veronese.
A fine '700 Napoleone trafugò alcuni preziosi codici dalla Capitolare.

Ma il colpo più duro alla Capitolare fu il 4 gennaio 1945, quando la bomba di un aereo americano rase al suolo l'antica struttura. I codici più antichi e preziosi erano stati da tempo spostati e messi al sicuro, ma furono moltissimi i libri, comunque di inestimabile valore, distrutti o danneggiati. Fogli e i frammenti sparsi vennero recuperati e restaurati. La sala settecentesca completamente ricostruita, l'opera di studio e ricerca ripresa come nei precedenti quindici secoli non si era mai interrotta nonostante tutto.

La Capitolare Oggi

Oggi la biblioteca Capitolare si presenta con i segni di una storia lunga, complessa e drammatica, aperta a studiosi e ricercatori di tutto il mondo. Continua il processo di restauro, conservazione e digitalizzazione dei codici più delicati così da permetterne la consultazione evitando il più possibile il contatto con l'aria e la luce, tra i peggiori nemici di pergamena e carta.

Il Museo Canonicale

Le collezioni artistiche custodite presso la Biblioteca Capitolare di Verona vantano una storia di lontane origini, strettamente legata alle secolari vicende del Capitolo dei Canonici della cattedrale.

Il museo è allestito presso il chiostro della cattedrale, area costruita sui resti di due basiliche paleocristiane risalenti al quarto e quinto secolo dopo Cristo, i cui pavimenti a mosaico sono oggi parzialmente visitabili sotto lo stesso chiostro e sotto Sant’Elena e che, con il chiostro, l’adiacente cattedrale e la stessa Biblioteca Capitolare, costituiscono l’ideale premessa alla visita. Nel Museo Capitolare sono esposte varie e pregevoli opere d'arte sacra, dipinti di varie epoche e scuole, sculture, oggetti di culto e paramenti sacri.

Visite

Il museo dell'opera di Verona è a ingresso gratuito e per chi viene a Verona per assistere all'opera in Arena, rappresenta un interessantissimo approfondimento sulla storia della lirica della città, oltre che un'occasione unica per vedere l'interno di un tipico palazzo nobiliare veronese.

Info e Visite Guidate

Informazioni e visite guidate a palazzo Maffei:
+39 333 2199 645 info@veronissima.com P.I. 03616420232 C.F. CPPMHL74L13L781C