Enrico Bernardi

Il veronese Zeno Enrico Bernardi, con la sua "Motrice Pia", è il primo ad aver brevettato un veicolo su ruote mosso da un motore a scoppio.

Enrico Bernardi

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Vi sono momenti della storia dell'uomo in cui, per una strana serie di strane coincidenze, o forse perché l'evoluzione culturale e tecnica dell'uomo occidentale segue logiche e percorsi obbligati e comuni, nello spazio di pochi mesi, a volte addiritura pochi giorni, in luoghi diversi del mondo, uomini diversi giungono a scoperte e invenzioni simili.
E' il caso ad esempio del motore a scoppio e dell'automobile. Nell'arco di soli 16 mesi, tre ingegneri diversi, in nazioni differenti, brevettarono soluzioni tecniche che possono sostanzialmente essere definite il primo passo verso l'automobile.
Il 5 agosto 1882 l'ingegnere veronese Zeno Enrico Bernardi brevettava la "Motrice Pia", primo motore a scoppio funzionante a benzina, due soli mesi dopo, il 25 ottobre 1882 Karl Benz brevettava una soluzione simile e infine, il 16 dicembre 1883, Gottlieb Daimler registrava la sua versione di motore a scoppio.

Foto in bianco e nero di Enrico Bernardi

Enrico Zeno Bernardi nacque a Verona il 20 maggio del 1841. I primi studi furono compiuti nella città natale dando subito precoci prove della sua creatività e intelligenza. Appena dodicenne aveva costruito un piccolo carro su cui studiava la differenza delle traiettorie delle ruote durante la percorrenza di una curva, problematica su cui si erano già soffermati Erone Alessandrino e Leonardo da Vinci. Nel 1896 Bernardi avrebbe risolto la questione con la soluzione dello sterzo singolo.
Nel 1856, appena quindicenne, Enrico Bernardi presentò all'Esposizione Veronese di Agricoltura e Industria e Belle Arti, un modello di locomotiva e un modello di macchina a vapore fissa.
Nel 1863 compì gli studi universitari laureandosi in matematica a Padova. Nei quattro anni successivi ricoprì incarichi di assistente alle cattedre di geodesia, idrometria, meccanica razionale e fisica sperimentale diventando poi professore di fisica e meccanica e quindi preside dell'Istituto Tecnico di Vicenza.
Nel 1873 Enrico Bernardi progettò e realizzò un motore a gas illuminante con potenza di 1/50 di Kw.
Dal 1875 al 1876 diresse a Vicenza la fonderia e torneria Mori.
Nel 1878 realizzò un secondo motore a gas illuminante.
Nel 1879 ottenne la cattedra di "macchine idrauliche termiche e agricole" dell'Università di Padova.
Nel 1882 ottenne il primo brevetto per un "motore a scoppio a gas per le piccole industrie". Si trattava di un motore monocilindrico orizzontale, alleggerito e perfezionato in molte sue parti, da 200 giri al minuto, una velocità di rotazione che per i tempi era molto elevata. Il motore era destinato alle piccole industrie, ma nel 1848 Bernardi, dopo aver provato il triciclo del figlio e averlo trovato "faticoso", decise di applicare al giocattolo la sua invenzione. Bernardi aveva creato il primo veicolo a motore a scoppio, con cui il figlioletto di cinque anni scorrazzava per le strade di Quinzano, frazione di Verona dove Bernardi viveva con la sua famiglia, tra lo stupore della gente. Al veicolo fu dato il nome della figlia: Pia.
Da questo momento in poi Bernardi continuò a dedicarsi al perfezionamento di questa prima soluzione di veicolo con motore a scoppio.
Nel 1889 ideò, costruì e brevettò un veicolo con motore a benzina con varie caratteristiche originali. Il cilindro era a compressione diretta con una valvola di distribuzione in testa azionata da un meccanismo a leva a bilancere. Era inoltre dotato di un regolatore di velocità, un carburatore di benzina a livello costante con galleggiante, valvola di presa e dispositivo di regolazione a mano, precursore dei moderni carburatori a getto nebulizzato di benzina.
Nel biennio 1888-89 Enrico Bernardi progettò e realizzò un motore funzionante secondo un ciclo a quattro tempi, via via perfezionato. Molte delle soluzioni adottate per questo motore come la posizione in testa delle valvole, il carburatore a getto di carburante, il radiatore a tubi d'aria, la distribuzione meccanica dell'olio lubrificante, furono in seguito adottate dalle case automobilistiche. La trasmissione del moto era assicurata da un cambio di velocità a treni scorrevoli, da una frizione conica e da un freno a ceppi che agiva direttamente sulla ruota posteriore del triciclo.
Il genio creativo di Bernardi sembrava non avere fine. Nel 1884 realizzò una motocicletta con motore da 1/3 di CV e un motoscooter per il figlio Lauro. Nel 1892 realizzò una vettura a tre ruote che iniziò a circolare due anni dopo.
Come spesso accadde ai geni italiani, il successo commerciale delle invenzioni di Bernardi faticò ad arrivare. La Società Italiana Bernardi, per la costruzione e commercializzazione delle vetture a motore, non ebbe lunga vita e nel 1901 venne messa in liquidazione. Nonostante ciò, un centinaio di vetture Bernardi furono vendute e circolarono nell'Italia dell'epoca. Nel 1898 una vettura di Bernardi si aggiudicò un premio di tremila lire nella corsa Torino-Asti-Alessandria, percorrendo un percorso di 192 Km in 9h e 47'!. Alla fine del secolo, una vettura Bernardi percorse sessantamila chilometri senza dover subire radicali riparazione.
La fine della sua avvntura commerciale per Bernardi in realtà fu quasi una liberazione. Senza dover pensare alle questioni amministrative, il geniale ingegnere poteva dedicarsi completamente allo studio e alla ricerca, da sempre il suo ambito preferito. Egli entrò in contatto con i dirigenti Fiat, con i quali instaurò rapporti di carattere tecnico. Nel 1902 incontrò a Verona Giovanni Agnelli e dalla loro collaborazione nacquero molti dei successi della Fiat.
A partire dal 1910 e fino alla morte sopraggiunta per un colpo apoplettico nel 1919, Enrico Bernardi si dedicò con passione a nuovi campi: la fotografia, l'aerodinamica e l'energia solare. A Padova, nell'Istituto di Macchine da lui fondato è stato allestito un piccolo Museo Bernardi dove sono conservati cimeli, pubblicazioni, scritti inediti. Altri cimeli sono esposti al Museo dell'Automobile di Torino, nel Museo della Scienza e della Tecnica di Milano e nel Museo NIcolis di Villafranca in provincia di Verona.

E' intento di questa sezione di veronissima.com, raccogliere e presentare alcune note biografiche di questi più o meno famosi cittadini veronesi. Per maggiori informazioni:

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