L'Arena di Verona

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Mura di Gallieno

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L'Arena è l'anfiteatro romano di Verona. Fu costruito nel I secolo d.C. per assistere ai combattimenti dei gladiatori. È il terzo anfiteatro romano per grandezza tra quelli ancora esistenti e viene utilizzato in estate per l'opera, concerti ed eventi. È il monumento che maggiormente rappresenta la città.

veduta aerea dell'Arena di Verona

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Verona viene spesso definita una "piccola Roma" per l'abbondanza e lo stato di conservazione dei suoi reperti. Come tale ha anche il suo "piccolo Colosseo", cioè l'Arena. Rispetto all'Anfiteatro Flavio di Roma, l'Arena di Verona è grande meno della metà, ma nel corso della sua lunga vita ha continuato e continua tuttora ad essere utilizzata per spettacoli di ogni tipo, soprattutto musicali.

L'Arena in Sintesi

Anno di costruzione 40-42 d.C.
Forma Ellittica
Lunghezza asse maggiore 152 m
Lunghezza asse minore 123 m
Dimensioni arena (area centrale) 75 x 44 m
Altezza 30 m all'ala (i quattro archi conservati del muro più esterno), 25 m il corpo centrale.
Numero gradini 44
Numero archi 72
Posti a sedere In origine 30.000. Oggi circa 20.000 totali. Durante le rappresentazioni i posti a sedere vanno dai 13.000 ai 15.000 a seconda dell'allestimento del palco (le gradinate dietro la scena non vengono utilizzate).

La Storia dell'Arena

Verona, a partire dalla sua fondazione nel I secolo a.C. divenne una città ricca e popolosa grazie alla posizione strategica al centro delle più importanti vie di comunicazione del nord Italia. Nell'arco di un secolo si dotò di grandi edifici monumentali: palazzi pubblici, templi e luoghi di divertimento.

Spettacoli Gladiatorii

Nel frattempo in tutti i territori dominati da Roma si erano diffusi i combattimenti di gladiatori. Le lotte cruente avevano avuto origine in Etruria o Campania, forse come rituale funebre, e in breve si erano trasformate in pura forma di spettacolo, amatissime dagli spettatori. La classe politica utilizzava gladiatori, venationes, naumachie per ottenere consenso e placare il dissidio sociale. Imperatori e magistrati locali facevano a gara a chi offriva spettacoli sempre più elaborati e grandiosi.

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L'Anfiteatro

L'interno dell'Arena di Verona

Per accogliere le folle che accorrevano ad assistere ai combattimenti di gladiatori venne elaborato un apposito edificio: l'anfiteatro. Gli architetti romani avevano raddoppiato il teatro greco, ponendone uno di fronte all'altro uniti per la scena a formare una struttura ellittica. L'azione si svolgeva al centro, il pubblico sedeva tutto attorno sulle gradinate concentriche.
In breve l'anfiteatro divenne uno degli edifici immancabili in ogni città dell'Impero e, assieme alle lotte di gladiatori che vi si svolgevano, uno dei caratteri rappresentativi della cultura romana.
Gli archeologi calcolano che ne siano stati costruiti circa 200. Molti sono ancora ben conservati, come le arene di Nimes, di Arles, Pola, Pompei, Capua e naturalmente il Colosseo a Roma e l'Arena di Verona.

La Costruzione

Come gli stadi loro discendenti, gli anfiteatri erano luoghi affollati e rumorosi. Il pubblico sosteneva i propri beniamini con grida e ovazioni. Le risse per un posto a sedere o un disaccordo su una decisione arbitrale erano all'ordine del giorno.
In più, la presenza di animali selvatici, l'abbondante spargimento di sangue e il conseguente accumulo di carcasse e cadaveri rendevano gli anfiteatri luoghi avvolti da un odore nauseabondo. Per questo venivano di norma costruiti lontani dalle zone residenziali.

Mappa che mostra l'Arena di Verona fuori dalle mura cittadine

A Verona l'Arena venne realizzata fuori dall'abitato, 60-70 metri a sud dalle mura che chiudevano l'ansa dell'Adige, a uguale distanza da porta Borsari e porta Leoni, i due accessi principali alla città. In questo modo era inoltre di facile accesso anche per chi proveniva dal lago di Garda, dalla Valpolicella o da uno dei numerosi insediamenti che sorgevano attorno a Verona.
Vedere in lontananza questo edificio gigantesco che si innalzava dalla pianura di fronte alle mura cittadine doveva offrire una visione davvero impressionante.

La Pietra di Verona

Edifici così imponenti richiedevano immensi quantitativi di materiale da costruzione. Gli architetti e ingegneri romani erano molto pratici e flessibili nell'adattare i loro progetti alla conformazione del terreno e al materiale che avevano a disposizione localmente.
Per l'anfiteatro di Verona si scelse la pietra della Valpolicella, il cosiddetto Rosso Verona. Si tratta della pietra calcarea di cui sono costituiti i Lessini, la catena montuosa a nord della città. È un ottimo materiale da costruzione, compatto, resistente e facile da estrarre. Era conosciuto sin dall'antichità, e continua ancora oggi ad essere impiegato per le sue qualità, incluso il colore che a seconda delle cave va dal bianco latte al rosso intenso.
Le zone di estrazione romane si trovavano soprattutto nell'alta valle di Negrar e a Sant'Ambrogio, a circa 20 chilometri dalla città.

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Scoperte Recenti

Nel 2013 durante i lavori di sistemazione dell'impianto elettrico dell'Arena furono ritrovati dei reperti. Iniziò così uno scavo archeologico sotto alcuni arcovoli che arrivò molto in profondità.

Mappa che mostra l'Arena di Verona fuori dalle mura cittadine

Venne rinvenuta una moneta finita lì chissà come e perché proprio mentre si ponevano le fondamenta dell'anfiteatro. Risalendo a quando fu coniata e messa in circolazione è stato facile dare una datazione precisa dell'inizio lavori. È una finestra temporale molto ristretta che va dal 40 al 42 d.C., all'epoca dell'imperatore Claudio.
Non sappiamo quanto tempo ci volle a completarla ma di solito gli ingegneri romani, con progetti standardizzati, una precisa organizzazione del lavoro e uso di ingenti risorse umane e materiali, erano rapidi.
L'Arena di Verona è quindi più vecchia del Colosseo, che risale all'80 d.C.

La Scuola dei Gladiatori

Un precedente scavo archeologico aveva portato alla luce i resti di un grande edificio costruito a fianco dell'Arena, dove oggi sorge il municipio di Verona. Secondo gli studiosi poteva trattarsi della scuola dei gladiatori, il luogo dove i protagonisti degli spettacoli si allenavano e vivevano da semi-reclusi.
L'Arena doveva avere un programma di spettacoli molto attivo, soprattutto nei primi secoli dopo la costruzione.

Mura di Gallieno

Nel 265 d.C. gli Alemanni, una popolazione barbarica insediata a sud ovest dell'attuale Germania, varcò i confini dell'impero con intenzioni bellicose. Verona si trovava proprio sulla linea della loro avanzata. Ma quasi tre secoli di pace avevano reso inservibili le sue mura di cinta. In soli sei mesi l'Imperatore Gallieno, riuscì a restaurare le difese della città.

porzione di selciato romano in pietra nera della via Postumia

Una porzione del muro di Gallieno è visible dietro l'Arena.

In questa occasione venne inglobata anche l'Arena, che fino a quel momento era rimasta all'esterno. Il motivo non era tanto la volontà di preservare il monumento, che non era certo di grande interesse per i barbari. L'Arena, con i suoi 30 metri di altezza, costruita a ridosso della città, sovrastava le mura difensive di quasi 20 metri. I nemici avrebbero potuta occuparla come una roccaforte e utilizzarla per controllare cosa succedeva dentro Verona e come punto sopraelevato di attacco.
È probabile che in questa occasione sia iniziato lo smantellamento di parte del muro più esterno dell'anfiteatro, sia per abbassarlo che per utilizzarne i blocchi di pietra nel restauro della cinta muraria. Il ritrovamento di una chiave di volta con numero inciso di uno degli ingressi dell'Arena inglobato del muro di Gallieno sembrerebbe confermare questa ipotesi.

Nel Medioevo

Nel 404 d.C. l'Imperatore Onorio vietò formalmente i combattimenti di gladiatori. È probabile che già da molto prima non si svolgessero più spettacoli di questo tipo nell'Arena. Il declino dell'impero e la diffusione del cristianesimo avevano cambiato radicalmente la cultura, grandiosa ma spesso crudele, che aveva portato alla sua costruzione e utilizzo.

dettaglio dell'iconografia rateriana che mostra l'Arena circondata dal muro

L'edificio venne definitivamente inglobato nelle nuove mura che Teodorico, re dei goti, realizzò a Verona.
L'Iconografia Rateriana è una dettagliata mappa di Verona realizzata dal vescovo Raterio nel X secolo. L'Arena, chiamata theatrum appare ancora circondata dal muro difensivo.
È probabilmente di questo periodo l'utilizzo di molti arcovoli come negozi, botteghe artigiane e perfino abitazioni. L'insolito uso del monumento durerà fino all'800.

Nel 1117, un tremendo terremoto distrusse ciò che restava del muro esterno dell'Arena. Si salvò per miracolo solo un settore di quattro archi. È l'ala dell'Arena, la sua principale caratteristica identificativa.
In epoca scaligera l'Arena venne usata rispettivamente come carcere, luogo di duelli e di grandi feste pubbliche.

Il Rinascimento

Demolizioni, terremoti, incuria, utilizzi più disparati avevano lasciato l'Arena in uno stato pietoso quando nel 1500 si decise di restaurarla. La città era parte della Repubblica Veneta e dei lavori si occupò l'amministrazione veneziana. Siamo nel pieno del Rinascimento e della riscoperta dell'antico. Un monumento come l'Arena era indubbiamente motivo di orgoglio e fonte di prestigio.
Venne sostituita buona parte delle gradinate rovinate e integrate quelle mancanti. Anche gli arcovoli esterni vennero risistemati. È proprio grazie a questo restauro che possiamo ancora oggi ammirare e utilizzare l'Arena.
A seguito del restauro si incominciò ad utilizzare l'anfiteatro per spettacoli teatrali.

Questo dipinto settecentesco del pittore veronese Marco Marcola mostra una rappresentazione della Commedia dell'Arte in Arena. All'interno dell'anfiteatro veniva allestito un piccolo palco in legno. Il pubblico si portava le sedie da casa e si sistemava sulle gradinate e in platea.
Sullo sfondo si possono notare le gradinate della cavea e l'ala.

Il '700 e la 'Caccia'

Nel XVIII secolo l'Arena venne utilizzata per assistere alla caccia. Si trattava di una specie di corrida in cui un toro combatteva contro cani mastini. Vi assistette anche Napoleone quando giunse a Verona nel 1798 a seguito della sconfitta della Repubblica di Venezia. Un modello dell'Arena, perfetto in ogni dettaglio, nascosto all'interno di un tavolo apribile e realizzato proprio in questo periodo, mostra l'allestimento dell'anfiteatro di Verona per la caccia. È conservato presso il Museo Archeologico di Verona e raffigura anche le molte botteghe che ancora occupavano alcuni degli arcovoli.

L'Opera

Mappa che mostra l'Arena di Verona fuori dalle mura cittadine

Nel 1913 si tenne la prima rappresentazione operistica all'interno dell'Arena. La leggenda dice che il tenore Giovanni Zenatello stava visitando l'Arena con alcuni amici quando questi gli chiesero di cantare qualche aria. Si resero subito conto della buona acustica dell'antico luogo di spettacolo e nacque subito l'idea di tenervi un'opera. In realtà l'Arena veniva già utilizzata da alcuni anni per spettacoli e concerti musicali.
Per la realizzazione di un'intera opera si scelse l'Aida di Verdi, che con le sue scenografie spettacolari si prestava alla monumentalità del luogo. Fu un grande successo e si decise perciò di renderlo un appuntamento annuale che si è trasformato in un importante festival internazionale. Se si escludono gli anni delle due guerre mondiali, continua ininterrottamente da allora. Vi hanno cantato artisti celebri come Maria Callas, Pavarotti, Placido Domingo.

L'Arena Oggi

L'uso dell'Arena per eventi e spettacoli negli ultimi quarant'anni si è fatto sempre più intenso. All'opera si sono aggiunti i concerti di musica rock, pop, jazz, alcune manifestazioni sportive come l'arrivo del Giro d'Italia, la Rassegna Internazionale dei Presepi che a lungo si è tenuta al suo interno, e persino cene di gala e spettacoli di pattinaggio su ghiaccio. Alcuni di questi spettacoli vengono a volte trasmessi sulla TV nazionale.
L'edificio è costantemente monitorato e oggetto di restauro e ricerche archeologiche.
In epoca romana lo spettacolo si svolgeva al centro con il pubblico sistemato tutto attorno. Oggi l'Arena viene utilizzata come un teatro. Da un lato viene montato un palco e si allestiscono le scenografie mentre il pubblico siede a semicerchio dal lato opposto. Una parte dell'arena (area di combattimento) viene utilizzata come platea. Questo utilizzo riduce la capienza dell'anfiteatro (non vengono infatti utilizzate le gradinate dietro il palco). A seconda delle dimensioni dell'allestimento si va dai 13.000 ai 15.000 spettatori.

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La Struttura

Incisione seicentesca che mostra uno spaccato della struttura interna dell'Arena di Verona

L'Arena di Verona ha una pianta ellittica. L'asse maggiore ha una lunghezza di 152 m, quello minore di 123 m. Lo spazio interno adibito agli spettacoli, ossia l'arena vera e propria, misura 75x44 m.
Lo scheletro dell'Arena è formato da tre gallerie concentriche e dai muri e dalle volte che lo costituiscono. La galleria più esterna è sormontata da un secondo piano costituito da una seconda galleria con i relativi muri e volte. Si viene così a creare una struttura digradante verso il centro.

Archi

Nella costruzione dell'anfiteatro gli architetti e ingegneri dell'antichità fecero un uso estensivo dell'arco e della volta, elementi caratterizzanti dell'architettura romana. I muri della struttura sono costituiti da una serie di archi che, collegati alla cavea (gradinate) da rampe di scale, fungono anche da ingressi.
L'arco, rispetto al muro pieno, ha numerosi vantaggi:

  • garantisce notevole resistenza (il peso che lo sovrasta si distribuisce uniformemente sui pilastri e rafforza la struttura).
  • Consente un risparmio di materiale (l'arco al suo interno è vuoto).
  • Rende la costruzione più veloce (per realizzarlo venivano usate centine, impalcature in legno, che potevano essere riutilizzate in serie man mano che i lavori procedevano).

Esternamente l'anfiteatro di Verona era costituito da tre ordini di archi sovrapposti. L'altezza degli archi diminuisce man mano che si sale. L'ordine inferiore ha un'altezza di 7 metri, quella centrale di 6 metri e quella superiore di 4,5 metri. Queste proporzioni davano maggior slancio alla vista di insieme del monumento.

Cavea

Sull'ossatura di archi e volte erano posti i blocchi di pietra che costituivano le gradinate chiamate come nei teatri greci: cavea.
La cavea dell'Arena di Verona è costituita da 44 gradini. Nella parte più alta dove il muro più esterno era collegato al corpo centrale, doveva esserci un portico, oggi completamente perduto, dove si poteva assistere in piedi agli spettacoli.
La cavea era suddivisa in sezioni sia per facilitare l'ingresso e il deflusso degli spettatori, sia per suddividerli in base alle classi sociali. Anche se in epoca romana gli spettacoli erano gratuiti, i posti erano assegnati in base alla classe di appartenenza: i patrizi più vicini allo spettacolo, i plebei più lontani, schiavi e stranieri in piedi nel portico più in alto.
I gradini della cavea erano comodi per sedersi ma molto alti e scomodi per salire. Per facilitare gli spostamenti in su o in giù i settori erano delimitati da gradini più piccoli.

Vomitoria

Mappa che mostra l'Arena di Verona fuori dalle mura cittadine

Ogni arcovolo esterno era numerato e costituiva un accesso all'anfiteatro. Rampe di scale portavano a un settore corrispondente all'interno della cavea terminando in un vomitorium. I vomitoria erano le aperture quadrate che si aprivano nella cavea. Questo bizzarro nome deriva dal fatto che la folla che ne usciva affrettandosi per aggiudicarsi i posti migliori doveva dare l'impressione di essere letteralmente vomitata fuori.

Arena

Arena è in realtà solo il nome di una parte dell'anfiteatro, anche se la più importante, il "ring" dove si svolgeva il combattimento. In latino "arena" significa sabbia e infatti i gladiatori si affrontavano poggiando i piedi su un substrato formato di questo materiale. La sabbia ha la caratteristica di assorbire i liquidi, sangue ed escrementi di animali in questo caso, e di essere facilmente rimpiazzabile ripulendo rapidamente lo spazio di combattimento tra uno incontro e un altro.
L'arena era separata dalle gradinate da un muro alto 1,70 m circa detto podium. È probabile che sopra di questo vi fosse un'ulteriore staccionata per impedire agli animali imbizzarriti di raggiungere gli spettatori delle prime file.
Gladiatori, venator, inservienti e addetti accedevano all'arena attraverso due archi monumentali posti alle estremità dell'asse più lungo dell'ellisse.

Le Gallerie Sotterranee

Come al Colosseo, anche sotto l'Arena di Verona vi erano degli ambienti sotterranei sebbene più semplici rispetto all'anfiteatro Flavio. Si tratta di due corridoi posti sotto gli assi dell'ellisse. Non è chiaro quale fosse la loro funzione e c'è disaccordo tra storici e archeologi. Secondo alcuni potevano essere utilizzati per ingressi spettacolari di gladiatori e animali attraverso botole. Secondo altri erano solo locali di servizio utilizzati per riporre attrezzature di scena o per il drenaggio del monumento. Al momento non sono accessibili dai visitatori.

Esterno e Ala

Il muro più esterno dell'Arena

L'anello più esterno dell'anfiteatro di Verona è andato quasi completamente distrutto nel terremoto del 1117. Se ne conserva solo un settore di quattro archi chiamato "ala". Era interamente realizzato in pietra in un semplice stile bugnato tuscanico. Alcuni degli archi dovevano essere decorati con statue. Nel corso di scavi archeologici nei pressi dell'Arena sono stati rinvenuti pezzi di sculture: la testa con elmo di un gladiatore di pietra e il pugno di un pugile in bronzo. Sono oggi esposti al Museo Archeologico del Teatro Romano.
Il muro esterno non aveva solo una funzione decorativa. Ad esso era collegata la volta che sosteneva il portico posto alla sommità della cavea e il complesso sistema di corde e carrucole utilizzate per issare il velarium.

Il Velarium

Era la tenda che copriva gli spettatori. In epoca romana non vi era illuminazione elettrica. Gli spettacoli si svolgevano di giorno e potevano durare dall'alba all'imbrunire. Per chi restava seduto ad assistere ai giochi per l'intera giornata il Sole diretto era insopportabile, soprattutto nella stagione estiva quando si svolgeva la maggior parte dei combattimenti. Una copertura che ombreggiasse il pubblico era indispensabile. Considerando l'estensione di migliaia di metri quadri, per quanto sottile, il telo doveva avere un peso immenso. Come si riuscisse a sostenerlo resta un mistero. Il velarium, fatto di spicchi simili a vele (da cui il nome), si poteva aprire e chiudere per settori. Il complesso sistema di corde, carrucole, verricelli era manovrato da marinai delle flotta romana.

La Leggenda

L'Arena di Verona è rimasta visibile dal momento della sua costruzione fino ai giorni nostri ed è ancora la costruzione più grande della città. Se anche noi, con le nostre conoscenze e tecnologia, restiamo stupefatti di fronte a una simile meraviglia del passato, l'incredulità degli uomini del medioevo doveva essere ancora più grande.

Affresco di Pino Casarini che raffigura i diavoli al lavoro per costruire l'Arena.

Particolare dell'affresco del pittore veronese Pino Casarini che raffigura la leggenda del patto demoniaco relativa alla costruzione dell'Arena.

Per spiegarsi come fosse stato possibile realizzarla nacquero numerose leggende. La più celebre è quella del patto col demonio. Essa narra di un uomo in carcere la notte prima della condanna a morte per un delitto cruento. Pur di salvarsi il condannato è disposto a fare un patto col demonio. Questo gli appare e gli suggerisce il piano.
L'uomo chiede di parlare con il governatore della città. In cambio della grazia in una sola notte costruirà l'edificio più grande e magnifico della città dove i veronesi potranno assistere a giochi e spettacoli. Incredulo il governatore accetta e appena cala la notte tutti i diavoli dell'inferno si mettono all'opera per costruire un gigantesco anfiteatro. Col passare delle ore l'uomo si rende conto di quanto sia insensato l'accordo che ha stretto con il demonio. Per avere qualche anno di vita in più ha condannato la sua anima immortale per l'eternità. Si rivolge quindi alla Vergine Maria, pregandola di sciogliere l'accordo scellerato. La Madonna dà ascolto al suo pentimento e anticipa di qualche ora il sorgere del sole. Il gallo canta e i lavoratori iniziano a uscire di casa per recarsi ai campi e alle botteghe. I diavoli che avevano calcolato i tempi di lavoro per completare l'opera indisturbati nascosti dalle tenebre della notte devono dileguarsi lasciando l'anfiteatro incompiuto. Veniva così spiegata la presenza dell'ala dell'Arena.

Visite Guidate

L'Arena è il monumento più importante di Verona. Anche solo una rapida spiegazione dall'esterno è sempre inclusa in tutte le nostre visite guidate.
Il monumento è aperto al pubblico (chiusura al lunedì mattina) a pagamento. Visite più focalizzate sull'epoca romana possono includere la visita all'interno.
Possiamo inoltre organizzare visite più specifiche all'interno dell'anfiteatro con attività laboratoriali e didattiche per gli studenti di ogni ordine e grado.

Info e visite guidate all'Arena di Verona:

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