Mostra Picasso a Verona

Verona - Museo dell'Opera AMO Dal 15 ottobre 2017 al 12 marzo 2018

Locandina mostra Picasso a Verona

Nell'ala del museo destinata alle mostre temporanee troveranno spazio 90 opere tra cui numerosissime tele, alcune di fondamentale importanza, sculture, ceramiche, disegni e stampe, in un percorso che coprirà sei decenni della vita artistica di uno dei più grandi maestri del novecento.

Per maggiori informazioni:

+39 333 2199 645 info@veronissima.com P.I. 03616420232 C.F. CPPMHL74L13L781C

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Le guide turistiche di Verona propongono visite guidate alla mostra di Picasso. La durata è di circa un'ora in cui verranno approfondite in un percorso appassionante le evoluzioni artistiche, le vicende personali, le drammatiche e scandalose storie sentimentali del grande maestro. Le visite guidate sono possibili sia per gruppi organizzati (fino a un massimo di 25 partecipanti) che per visitatori individuali. Alla visita alla mostra può essere abbinato un percorso guidato alla città di Verona.

Il Museo Nazionale Picasso

La mostra di Verona nasce grazie a una collaborazione con il prestigioso Museo Nazionale Picasso di Parigi che conserva circa cinquemila opere provenienti dalla collezione personale del maestro. Il museo venne istituito per accogliere due importanti lasciti degli eredi di Picasso. Una legge francese permette infatti, in casi particolari, di poter convertire le tasse di successione in opere d'arte. Alla morte del grande artista spagnolo che aveva però come patria d'elezione la Francia, gli eredi decisero di avvalersi della possibilità offerta loro dall'ordinamento transalpino. Vennero così selezionate circa 5000 opere, la maggior parte di Picasso, ma anche pezzi della sua collezione personale che comprendevano tele di Cézanne, Seurat, Russeau, De Chirico, Matisse, sculture iberiche e maschere africane.

Pablo Picasso

Picasso è stato uno dei padri indiscussi dell'arte contemporanea, forse l'artista che più di ogni altro ha incarnato lo spirito del suo tempo, conoscendo un successo strepitoso già in vita. Nato nel 1881 in Andalusia, mostrò precocissimamente uno straordinario talento per il disegno e la pittura, coltivato dal padre insegnante d'arte.

Le prime esperienze e la rivoluzione cubista

Trasferitosi giovanissimo a Barcellona, poi a Madrid e infine a Parigi, ebbe modo di conoscere e studiare i grandi maestri del passato e delle avanguardie ottocentesche da cui prese grande ispirazione, in particolare Cézanne. Dopo le prime fasi artistiche, ancora improntate su una pittura tradizionale, come il “periodo blu” e il “periodo rosa”, di cui tuttavia non vi sono testimonianze nella mostra veronese, nel 1907, con “Les demoiselles d'Avignon” rompe violentemente con il passato dando vita alla rivoluzione della pittura cubista. Una delle prime tele in mostra è “Nudo seduto” tela preparatoria della grande svolta. Il suo nuovo modo di fare pittura, pur mantenendosi sempre figurativo, si fa concettuale e complesso, punto di arrivo di un ragionamento sul modo di raffigurare oggetti e persone basato non su un'immagine verosimile, ma su quella mentale che sintetizza e assembla anche in maniera bizzarra, le parti più significative di un soggetto. In questo l'arte di Picasso è più vicina alle rappresentazioni artistiche primitive, di cui tra l'altro fu un grande ammiratore, e quelle infantili. Dirà di se' che da bambino dipingeva come Raffaello e che dovette passare gli anni successivi a imparare a dipingere come un bambino.

Ritorno all'ordine

Negli anni della prima guerra mondiale entra in contatto con la compagnia dello spettacolo di balletti russi Parade per il quale a Picasso viene chiesto di realizzare i disegni per i sipari, le scenografie, i costumi. Tra le ballerine vi è Olga Koklova che Picasso sposa di lì a breve. La mostra di Verona dedica una sezione a questo periodo con schizzi e bozzetti per lo spettacolo e alcuni significativi ritratti della moglie. Nel corso di un viaggio a Roma Picasso rimane colpito dall'arte antica e dalle avanguardie del Novecento italiano. La sua arte ne risente con un momentaneo ritorno all'ordine, reinterpretato in figure massicce, dai volumi solidi e imponenti.

Il Surrealismo

Di lì a breve però Picasso non riesce a resistere alle “sirene” di una nuova rivoluzione artistica e abbraccia, con il suo solito modo personalissimo ed originale, le tematiche surrealiste e metafisiche. Una sala è dedicata alle opere di questo periodo, fatte di linee sinuose e labirintiche che delineano brandelli di corpi e di volti umani come nella grande tela “il pittore e la modella”.

La Seconda Guerra Mondiale

La seconda guerra mondiale ha un grande impatto emotivo in Pablo Picasso che naturalmente si traspone sulla sua arte, già a partire dagli anni della guerra civile spagnola, prodromo del più ampio conflitto europeo. Il bombardamento della città basca di Guernica ad opera dell'aviazione tedesca sarà motivo ispiratore di quello che è forse il più celebre dipinto. Nella mostra di Verona sarà presente una delle tele della serie dedicata al pianto delle donne spagnole che hanno perso i loro cari nel conflitto. Durante l'occupazione nazista di Parigi a Picasso, pur venendo lasciato sostanzialmente libero di muoversi e di dipingere, verrà vietato di esporre in quanto esponente della cosiddetta “arte degenerata”. L'atmosfera cupa della città e della vita che vi si conduce si trasferirà in tele grigie, prive di colori, popolate di personaggi mostruosi.

Il dopoguerra

Terminata la guerra Picasso lascerà Parigi per trasferirsi in Costa Azzurra. La luce del sud della Francia e la vita famigliare spensierata ridoneranno colori vivi e accesi alle sue tele che si riempiranno di forme infantili e fanciullesche. Qui Picasso inizia a sperimentare con risultati sorprendenti la pittura su ceramica.

Gli ultimi anni

L'ultima sezione della mostra di Picasso a Verona è dedicata alle opere della maturità artistica, soprattutto alla riflessione sui grandi classici della pittura ottocentesca che egli aveva amato e che lo avevano maggiormente colpito e che reinterpreta secondo la sua tecnica e gusto personale quasi che volesse riscrivere personalmente la storia dell'arte. Un posto speciale in questa sezione ha la “Colazione sull'erba” di Edouard Manet. 

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